Dolomiti
Una delle più belle fiabe del Trentino
Moena, la fata delle Dolomiti
La magia si respira appena si giunge al paese: a forma di stella, è abbracciata dal regno dolomitico più incantato come il Catinaccio, il Sella e il Latemar.
Camminando per il centro, sarete avvolti da atmosfere romantiche e suggestive: le case antiche, le vie storiche e l’accoglienza sincera della cultura ladina. Attorno a voi il silenzio e la pace: le aree centrali sono infatti limitate al traffico.
Per gli amanti dello shopping, negozi di abbigliamento alla moda o con l’attrezzatura sportiva più innovativa. Disco bar, locali tipici e pub, per serate con amici e gli affetti più cari all’insegna del puro divertimento!
Storia
“Moena” significa “terreno fertile e ricco di acque”. Il nome deriva dalla sua storia e fondazione, che racconta di un antico lago bonificato, grazie al duro lavoro della popolazione.
In passato, conosciuta come Moyena, è stata la casa dei Reti, fino alla conquista romana. Durante il suo dominio, l’Impero romano ha diffuso tra i vinti la sua cultura e la religione cristiana. Dalla contaminazione delle due tradizioni, è una nata una lingua unica, particolare: il ladino o il reto-romanzo, che ancora oggi si parla a Moena e in tutta la Val di Fassa.
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Fino alla fine 1800, il paese fece parte del Principato Vescovile di Trento: come “Regola” della Comunità di Fiemme, godeva comunque di numerosi benefici che gli permettevano di governare in modo autonomo. Seguì un periodo confuso e turbolento, che coinvolse tutto il Trentino, e che raggiunse il suo apice nel 1809 con la rivolta guidata da Andreas Hofes.
Con il Congresso di Vienna, Moena e tutto il Principato Vescovile di Trento vennero annessi all’Impero d’Austria.
Il periodo più buio del paese coincide con la grande guerra: divenne una retrovia del fronte, con grave pericolo per la popolazione civile. La maggior parte del territorio venne distrutto dai combattimenti o dalle installazioni militari. Oggi è possibile visitare i resti delle trincee, dei camminamenti e dei ricoveri.
Nel dopoguerra, tutto il Trentino Alto Adige venne annesso all’Italia. Durante il periodo fascista, fu vietato alla popolazione locale di esprimere le proprie peculiarità e di seguire le tradizionI della cultura ladina. Solo dopo la seconda guerra mondiale, fu riconosciuta la specificità ladina di Moena e della Valle di Fassa.
Nei secoli, Moena ha vissuto momenti di splendore come di oscurità, riuscendo sempre a rialzarsi brillantemente. Non è un caso, che lo stemma del paese raffiguri un barcaiolo che guida la sua piccola imbarcazione dal buio verso la luce.
Tradizione
La Val di Fassa è l’unica valle in Trentino in cui si parla ancora il ladino. Moena è molto legata alla sua antica cultura, che si fonde nel modo di comunicare, nell’artigianato e nella cucina.
Il territorio custodisce innumerevoli tesori, legati alla tradizione ladina: a Vigo di Fassa, il “Museo Ladin de Fascia”, che espone al pubblico l’evoluzione storica dell’identità culturale ladina, e a Penia di Canazei, la sede distaccata “La Sia”, con un’antica segheria veneziana, ancora intatta, come ai tempi in cui veniva utilizzata.
Fatevi solleticare i sensi, dai sapori autentici e stuzzicanti della cucina ladina: come i bales, i famosi canederli con speck, formaggio e fegato, i cajoncìe, dei ravioli a mezzaluna con spinaci, fichi e zucca, e la supa da orc, una minestra di verdure e orzo.
Una vacanza per riscoprire l’importanza delle origini e delle tradizioni antiche, e ritrovare l’armonia e la tranquillità…assaporando i ritmi di vita lontani e dimenticati.
La “Fata Moena”
Moena è la Fata delle Dolomiti… Come nelle più belle favole per bambini, le cime dolomitiche che proteggono il paese, al tramonto, si tingono magicamente di rosso, incantando chiunque le osservi…
Un regno di fiabe e leggende da scoprire lentamente, per non dimenticare le tradizioni, i colori e i sapori famosi…
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